di Mauro Coppa
Ebbene sì, eccomi nuovamente di ritorno dal Paese del Sol Levante! Ed il secondo viaggio è concluso!
Oltre a tantissimi nuovi luoghi ed amici, questo secondo viaggio ci ha offerto un’opportunità unica: quella di uscire dal contesto nipponico turistico classico e delle grandi città e di fare un tuffo in un altro Giappone, contadino, rurale, genuino, autentico, il Giappone della campagna intorno a Fukushima, quello del Maestro Abe.
Nelle ore di viaggio da Tokyo a Fukushima l’attesa lasciava all’immaginazione un giardino come quelli visti fino a quel momento: perfetti, curatissimi, stratosferici, ma, anche in parte quasi artefatti; analogamente all’ospitalità dei loro proprietari: impeccabile, generosa, ma molto formale, forse di facciata, quasi un sorriso apparente.
Al nostro arrivo invece uno scenario completamente diverso davanti ai nostri occhi: Un giardino fangoso per le recenti nevicate e piogge ed un maestro che ci accoglie in tuta da lavoro, con gli stivali, ridendo e saltellando come un grillo, insieme a moglie, figli e vicini!
Subito in casa per offrirci uno spuntino e un benvenuto ufficiale. Casa tradizionale giapponese, semplice e frugale, ma accogliente e spontanea, come i padroni.
Il giardino del Maestro Abe rispecchia molto il contesto rurale in cui si colloca: molto scarno di abbellimenti, con bancali rustici, nessun camminamento se non la terra battuta; anche i suoi bonsai sono semplici, eleganti, molto naturaliformi, diversissimi dall’artificiosità perfetta di quelli classici, ma non per questo incolti o trascurati. Nelle forme dei tronchi e dei palchi una semplicità schietta, genuina, naturale e raffinatissima
Dopo una libera visita tra i suoi Pini pentaphylla secolari, il Maestro ci ha accompagnati a fare la spesa di pini nel campo di una sua anziana vicina: qualche centinaia di metri quadri di pini pentaphylla di 30-40 anni di coltivazione, ad un prezzo ridicolo, tra cui scegliere quelli da farsi zollare e portare a casa in valigia! I bonsaisti impazziti a saltellare da un cespuglietto all’altro, increduli, sbalorditi ed ubriachi di tutti quei tronchi spettacolari, quel materiale di alta qualità, mai visto tutto insieme in vita propria!
Al termine degli acquisti, tutto il gruppo (23 persone!) invitato a pranzo! La signora Abe ha coinvolto il vicinato per cucinare il pasto casereccio per tutti noi. Ovviamente sachè a fiumi, scherzi, risate ed il pasto si è trasformato in un vero e proprio momento informale di festa tra amici, con gara per chi faceva bere più sachè al Maestro, un “campai” dietro l’altro!
Dopo il pranzo il Maestro Abe ha messo a nostra disposizione alcuni dei suoi pini (e che pini!) da lavorare per farci fare un seminario gratuito!
Increduli per l’opportunità ed estasiati del materiale che ci trovavamo davanti, noi bonsaisti in fregola abbiamo iniziato, sotto la un po’ brilla, ma comunque attenta ed ineccepibile, guida del Maestro a lavorare alacremente: potare, legare ed impostare! Al calar del sole, sotto una potente e suggestiva nevicata, al caldo nel laboratorio del Maestro, i tre gruppi di bonsaisti (1 – Io e Pino; 2 – Luca e Mario; 3 – Franco, Luigi e Davide) terminavano gli ultimi ritocchi, con i consigli del Maestro.
Dopo la fatica/piacere del seminario, nuovamente ospiti a merenda: mentre fuori al freddo grandi fiocchi bianchi continuavano a cadere copiosamente, in casa Abe thè, sachè, dolci fatti in casa, canti e recite riscaldavano l’ambiente e i cuori, e facevano da degna conclusione ad una giornata meravigliosa, di bonsai, di festa e di amicizia, in un Giappone forse tanto vero ed accogliente, quanto raro da incontrare in un viaggio turistico.
Sfiniti ed ebbri per la giornata (e qualcuno anche per il sachè!) siamo rientrati tutti in albergo. L’eccitazione della giornata è stata tale che da sveglio, chiudendo gli occhi, vedevo pini pentaphylla e sorridevo fin che mi facevano male le guance!
Una giornata che è valsa l’intero viaggio!
Al termine delle poche righe che avevo scritto al rientro dal primo tour nipponico rivelavo che il sogno nel cassetto di andare in Giappone aveva lasciato posto a quello di ritornarci… come da pronostico: dopo il primo, il secondo viaggio, … e si pensa già al terzo! Il Giappone è come una droga: provoca dipendenza e, una volta provato, non se ne può più fare a meno!