Per questo pino silvestre raccolto in nature e tenuto in vaso di coltivazione per 5 anni, era giunto il momento di porlo in una vaso bonsai effettuando il rinvaso che si presentava davvero fuori dal comune. Avevo impostato la chioma, per la prima volta, due anni prima, dandogli la forma che avevo immaginata. L’anno successivo avevo tolto l’ armatura che mi aveva permesso di piegare i grossi rami, e rimosso il filo più grosso.
Le particolari dimensioni della pianta, ne fanno un rinvaso inusuale, il pino infatti presenta, alla base del tronco, un diametro di 53 cm. Ho scelto per la sua collocazione un vaso Tokoname che misura 81 x 51 cm.
Ho dovuto aiutarmi con una barra d’acciaio e una fune ancorandomi al tronco, per poterlo sollevare. Con l’ aiuto indispensabile di mio figlio, l’ho tirato fuori dal contenitore e posto a terra su di un foglio di nylon.
Durante i cinque anni di messa a dimora nel vaso di coltivazione la pianta aveva prodotto una grande quantità di radici, a dimostrare dell’ottima salute che godeva. Una lunga esperienza nella raccolta e attecchimento delle piante, mi fa utilizzare, in questa fase, esclusivamente pomice lavata.
Ho, per prima cosa, districato le radici per eliminare gli aghi decomposti rimasti nel terriccio di raccolta in cui viveva in natura.
Nel farlo mi ritornò in mente quando la vidi per la prima volta. Era posta su diversi lastroni di roccia, il diametro della sua chioma era di circa 5 metri, ma la sua altezza di solo 1,10 metri. La conformazione mi incuriosì e mi avvicinai. Scoprii che il tronco principale era molto bello, con una conicità eccellente. Tagliai i grossi rami che partivano orizzontalmente e mi ritrovai una pianta con una base di 53 cm. per un’altezza di 110. Con due grosse leve riuscii ad alzare una lastra di roccia di circa 2 mt. di diametro. Questo mi permise di sfilare la pianta con quasi tutte le radici dal sito in cui era collocata. Dove erano poste le radici, non esisteva terra, ma una fitta rete di micorizze e aghi decomposti. Questo mi ha fatto riflettere sull’importanza della quantità dell’acqua, priva di cloro e di calcare. Quanto alla fertilizzazione doveva essere minima e solo autunnale. Va considerato che questa pianta dovrebbe avere circa 400 anni.
Tornando al mio rinvaso, ho preparato una miscela composta da 70% di lapillo nero e 30% akadama grossolana.
Il rinvaso e terminato. Ora questo esemplare di pino silvestre fa bella mostra di se nel mio giardino, guardandolo mi sembra di trovarmi di fronte ad una statua del Buddha.