di Mauro Coppa
I miei genitori mi hanno sempre ripetuto :”Studia, che prima o poi nella vita, ciò che studi ti servirà!!”. Ed è proprio vero!
Il programma del Corso di Laurea in Scienze Forestali e Ambientali, che sto frequentando, prevede al primo anno un esame di botanica. È una prova odiatissima dagli studenti, sia per il carattere “non facile” della professoressa, sia perché, per sostenere l’esame, è necessario allestire un erbario, la cui preparazione richiede molto tempo. Infatti i campioni da inserire vanno raccolti rigorosamente fioriti e, se erbacei, con l’apparato radicale intatto. Siccome le specie non fioriscono mai simultaneamente, bisogna recarsi sul luogo di raccolta molte volte e a scadenze regolari.
Io ho deciso di prelevare tutte le specie in un solo contesto fitosociologico, per rappresentare la complessità floristica di un dato ambiente. Ho scelto una faggeta sita a circa 950 m di altitudine. Le uscite primaverili in successione, a scadenza settimanale (con qualsiasi tempo), mi hanno permesso, non solo di cogliere appieno l’evoluzione stagionale di quell’ambiente, ma di scorgerlo in un momento diverso e insolito per me, che frequento quegli stessi luoghi solo in autunno alla ricerca di altri prodotti del bosco. Oltre a tutte queste magnifiche sensazioni ed ai campioni per il mio erbario, portavo a casa, in un sacchetto di nylon ben inumidito, degli esemplari di tutte le specie che classificavo, da piantare in un vasetto e “testare” come potenziali erbe di compagnia. I risultati sono stati incredibilmente sorprendenti.! Quasi tutte le specie erbacee che ho raccolto si sono adattate in maniera ottimale alla vita in vaso, con effetti estetici molto gradevoli. Cercherò in queste poche righe di descrivervi l’aspetto e le caratteristiche delle specie raccolte, iniziando dalle felci. Nell’ambiente preso in analisi ho individuato tre specie di pteridofite:[/vc_column_text]